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SOCIOLOGIA: IL RUOLO DELLA DONNA

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  IL RUOLO DELLA DONNA  L’IDEALE DELLA DONNA CASALINGA: - nel corso del processo d’industrializzazione, si è fatta strada l’idea che la donna dovesse rivestire un ruolo MARGINALE nei processi produttivi e che fosse naturale attribuire a loro un minore riconoscimento economico  - gli economisti classici elaborano la TEORIA DEL DOPPIO SALARIO : gli uomini vengono retribuiti per mantenere la famiglia, le donne, invece, essendo mantenute dai mariti, vengono retribuite solo per la loro sopravvivenza personale  - al tempo stesso, la DONNA LAVORATRICE , divenne un problema SOCIALE da risolvere, poiché le due condizioni della femminilità (sinonimo di DEBOLEZZA e MATERNITÀ ) e del lavoro industriale (basato sulla fatica) sono considerate INCONCILIABILI  IL NOVECENTO:  - nella prima metà del 900 i ruoli lavorativi delle donne si ampliano: l’aumento della presenza delle donne nelle fabbriche è reso possibile dall’introduzione del lavoro a catena. - la presenza femminile aumenta anche nei LAVORI I

SOCIOLOGIA: LA FAMIGLIA E LE DISTINZIONI DI GENERE

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  LA FAMIGLIA E LE DISTINZIONI DI GENERE ATTIVITÀ ECONOMICA E ORGANIZZAZIONE FAMIGLIARE: - il processo di industrializzazione ha avuto un fortissimo impatto sulla STRUTTURA e sull’organizzazione FAMILIARE per i cambiamenti che ha provocato  - la FAMIGLIA è sempre stata l’istituzione attraverso cui la società riproduce se stessa. Con l’industrializzazione questo cambiò: il soggetto protagonista dell’attività economica è ora il SINGOLO INDIVIDUO . (la famiglia continua a rappresentare un’entità economica) LA DIFFERENZIAZIONE TRA UOMINI E DONNE: - dopo la rivoluzione industriale, le donne, i vecchi e i bambini si dedicavano ad attività domestiche. Questo ha portato ad una distinzione dei compiti e dei ruoli per gli uomini e le donne nella famiglia  - le DONNE si dedicarono sempre di più all’ ECONOMIA INFORMALE : mantenimento dei beni di consumo, servizi di cura dei minori, alla conservazione e alla preparazione del cibo  L’INDIVIDUALIZZAZIONE DEI RUOLI FAMIGLIARI: - anche in ambito famigl

SOCIOLOGIA: PROBLEMI CONNESSI ALLA RAZIONALIZZAZIONE DEL LAVORO

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  PROBLEMI CONNESSI ALLA RAZIONALIZZAZIONE DEL LAVORO  LA CRITICA MARXIANA: - se il processo di razionalizzazione del lavoro ha influito positivamente sulla società, non pochi sono stati gli aspetti problematici che ha sollevato  → Karl Marx  - per Marz l’aumento della produzione andava a vantaggio solo dell’imprenditore e non della collettività. La divisione del lavoro era fonte di DISUGUAGLIANZA SOCIALE (capitalisti vs proletari) - la razionalizzazione richiede l’impiego di personale POCO QUALIFICATO (=motivo di impoverimento dal punto di vista professionale) L’ALIENAZIONE SECONDO MARX: - Marx aveva notato come il processo produttivo aveva portato il lavoratore a non sapere cosa effettivamente stesse facendo. Non era PADRONE del prodotto del proprio lavoro (=non poteva prendere decisioni) → ALIENAZIONE  L’ALIENAZIONE DOPO MARX: - l’alienazione si è rivelato un problema sociale MOLTO DIFFUSO . Essa è una condizione d’impotenza e di ISOLAMENTO , di estraneità e di mancanza di signifi

SOCIOLOGIA: IL LAVORO

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  ASPETTI DELLA SOCIETÀ MODERNA IL LAVORO LA RAZIONALIZZAZIONE DEL LAVORO: - Esistenza della maggior parte degli individui è organizzato intorno a vincoli ed orari: LAVORO  - LAVORO = svolge un ruolo di primo piano nella vita sia privata  - Nella società moderna il lavoro si differenzia in quanto le mansioni di ciascuno sono organizzate e distribuite in maniera precisa. QUINDI, si può dire che il lavoro è stato al centro di un IMPOTENTE PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE  COORDINARE GLI SFORZI: - Razionalizzare il lavoro significa COORDINARE GLI SFORZI : ad oggi ogni oggetto alle spalle ha molte persone che ci lavorano (es: libro)  - la forma più elementare di coordinamento, si ha quando due o più persone COLLABORANO nello stesso modo alla medesima operazione (ES: sollevare massi da una strada, per fare questo c’è bisogno di collaborazione) - ci sono casi però dove gli individui non solo fanno cose diverse, ma le svolgono in maniera da cooperare tra loro e potenziare con ciascuna attività i

PEDAGOGIA: LA PEDAGOGIA POSITIVISTA IN ITALIA

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  LA PEDAGOGIA POSITIVISTA IN ITALIA  GLI ESITI DELL’AFFERMARSI DELLA CULTURA POSITIVISTA POSITIVISMO E LOTTA ALL’IGNORANZA: - cultura positivista in Italia arrivò tardi; poiché sappiamo che fino all’Unità in Italia dominò la cultura risorgimentale, segnata da una forte tradizione classica e con uno spirito di matrice cattolico-liberale  - rallentare lo sviluppo del positivismo in Italia furono due fattori:  mancanza sviluppo industriale  prevalenza di un positivismo DOGMATICO incentrato su una visione totalitaria e scientista della razionalità positiva che vedeva l’uomo come un semplice fenomeno della natura  - durante la stagione positivistica, l’Italia cercò di modernizzare lo Stato unitario, di allinearlo culturalmente, e di essere più innovativi nei diversi campi del sapere - i risultati delle scienze sperimentali furono utilizzati per combattere PREGIUDIZI e IGNORANZA , per migliorare le condizioni di vita e per creare una CONVIVENZA DISCIPLINATA → scopo: raggiungere la massima

PEDAGOGIA: EDUCAZIONE TRA ESPERIENZA E DEMOCRAZIA

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  JOHN DEWEY: L’EDUCAZIONE TRA ESPERIENZA E DEMOCRAZIA UNA SISTEMAZIONE TEORICA DELLA NUOVA CONCEZIONE DELL’INFANZIA: - il cambiamento che si stava vivendo fu paragonato alla RIVOLUZIONE COPERNICANA → con la nuova educazione si stava verificando uno spostamento del nucleo attorno al quale ruotano le pratiche educative: DAL MAESTRO al FANCIULLO - il fanciullo è diventato il Sole, è il centro, attorno ad esso si devono organizzare gli strumenti dell’educazione  - John Dewey → sarà il primo a esplorare queste nuove pratiche di insegnamento  VITA E OPERE:  - nasce il 20 ottobre 1859 in Vermont, studiò a Baltimora, dove il suo insegnante fu Stanley che lo orientò verso gli studi psicologici - 1894: cominciò ad insegnare all’Università di Chicago, dove nel 1896 fondò, insieme alla moglie, una scuola infantile ed elementare, considerato un vero e proprio laboratorio di psicologia e pedagogia sperimentali - 1905: lascia Chicago e si trasferì alla Columbia University (New York); ed è proprio